Crisi a parte, infatti, anche confrontando i numeri italiani con i vicini Paesi europei (tutti con il segno + a eccezione della Spagna a -14,9%. Uk + 0,2%, Francia + 1,2%, Germania + 0,5%) sembra che gli andamenti parlino ancor più di cambiamento forever. Con il web, meglio il digitale, a definire scenari di possibile fervore futuro, sempre che la sua valorizzazione diventi certezza e che le new entry (lo sono il 27% degli investitori, contro il meno evidenziato dal medesimo dato per gli altri media, tv a parte con una crescita dello 0,4 grazie alla frammentazione) proseguano ancora più convinte la strada appena intrapresa (ascolta l’intervista a Alberto Dal Sasso, ais business director Nielsen Italia).
Si nota, infatti, come la concentrazione che da sempre caratterizza il nostro mercato stia lentamente cedendo, seppur ancor oggi le prime 10 fanno l’84% e, purtroppo la diminuzione dei loro investimenti non è supportata dall’entrata di nuovi e rilevanti.
Venendo al dettaglio mezzi, Nielsen Economic and Media Outlook parla di un primo semestre 2012 con la televisione sempre leader (vale il 57% della torta, ma a -9,5%). Soffre ancora la stampa che, seppur con pesi diversi da editore a editore, lascia sul campo il 13,5%. La radio è a -5,5%. Come detto, in controtendenza internet con il suo + 11%. E la situazione sembra stimarsi nelle medesime percentuali anche per fine anno, con tutti i settori in flessione. Largo consumo -9,6%, beni durevoli -9,8, servizi e attività -15,3, persona -8,8, tempo libero 2,8.
Più ottimistico lo sguardo al 2013, almeno da quanto possono lasciare intendere le proiezioni statistiche. Ovviamente sul tutto pesa l’incognita elezioni, ma il dato annunciato è di una perdita intorno al 2%.
Youmark
Non sorprendono i dati Nielsen di un mercato a fine 2012 a -10,2%. Molto vicini alle stime Upa (-7,5) se si aggiungono social e search (diventa -8,4%. Google da solo nel mondo vale circa 7 miliardi, praticamente come tutta la nostra torta). Basti pensare al -25% delle Telco e alle new entry che assaggiano appena. Non serve dirlo, siamo nelle mani della rete
8 Ottobre 2012